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Le grotte laviche dell’Etna II

Ovvero: perché i catanesi hanno inventato il gelato.

Se seguite con attenzione il nostro blog, sapete già come si creano i tunnel di lava durante un’eruzione vulcanica. Questa volta vogliamo raccontarvi com’è l’interno di queste grotte e quali cose particolari sono già accadute in alcune grotte.

Particolarità geologiche

Partiamo dalla fine dell’eruzione vulcanica: non entra più nuova lava, il tunnel formato dalla colata lavica comincia lentamente a svuotarsi. La lava ancora calda cola dal soffitto del tunnel e comincia a solidificarsi. Le formazioni che si creano sul soffitto in questo modo vengono tirate ulteriormente dalla lava che scorre e assumono così la forma di denti di cane. Se fate un tour dell’Etna, non perdetevi questo fenomeno unico!

Il gas della lava provoca anche la formazione di bolle sulle pareti, che alla fine si aprono (vesciche). I bordi di queste bolle sono ancora visibili nelle grotte.

La grotta è ora completamente vuota, ma le pareti sono ancora calde e ci vuole circa un anno perché si raffreddi. Poi inizia la “primavera” nella grotta di lava: grazie all’umidità della grotta, sostanze come il carbonato di calcio si sciolgono dalla roccia e formano piccoli cristalli sulle pareti. Tuttavia, questo splendore non è permanente, dopo qualche mese l’umidità dissolve nuovamente questi fragili fiori.

Le grotte sono molto diverse anche sotto altri aspetti: le pareti sono a volte lisce come il vetro, altre volte ruvide e irregolari. A volte il soffitto si trova a metri di altezza sopra le teste dei visitatori, altre volte bisogna strisciare a quattro zampe.

A proposito, non ci sono stalattiti e stalagmiti nelle gallerie laviche dell’Etna! La lava contiene troppo poco calcio per la formazione di queste strutture.

Visita alla grotta di Serracozzo

Probabilmente la più bella grotta lavica è la Grotta di Serracozzo, sul versante nord dell’Etna, raggiungibile con una breve escursione dal rifugio Citelli (vedi Etna Trekking Tour). Pochi metri dopo l’ingresso, la luce entra da un’apertura nel soffitto e illumina parte della grotta (lucernario). A seconda della posizione del sole, si creano bellissimi giochi di luce.

Grotta di Serracozzo sul versante nord dell'Etna

Se siete arrivati alla grotta, potete anche continuare fino alla Valle del Bove, ammirare il panorama di questa enorme vallata e poi ridiscendere verso i crateri dell’eruzione del 1928.

L’Etna come frigorifero

Nei tunnel di lava è sempre più fresco che in superficie, anche in estate non fa più caldo qui, sottoterra. Pertanto, quando la neve cade nelle grotte, a volte rimane anche durante l’estate, se opportunamente coperta e conservata. Nella Grotta del Gelo, ad esempio, a partire dal 1624 si formò un piccolo ghiacciaio che lo rese il più meridionale d’Europa. Purtroppo, questo è a forte rischio a causa dell’aumento delle temperature e anche perché l’apertura nel soffitto è aumentata, facendo entrare più aria calda e sciogliendo sempre più ghiaccio. Negli ultimi anni, quindi, è diventato sempre più piccolo.

Alcuni secoli fa, quando non esistevano i frigoriferi, la neve veniva conservata in inverno in molte grotte. La neve è stata compressa e la pioggia e l’umidità l’hanno trasformata in ghiaccio. Coperto da uno strato di sabbia vulcanica, il ghiaccio veniva conservato tutto l’anno. A quel tempo, i commercianti dell’Etna garantivano ai loro clienti la fornitura di ghiaccio dalla primavera fino al dicembre successivo. Una sensazione inimmaginabile nel resto del Mediterraneo!

Per la vendita, il ghiaccio veniva tagliato in blocchi, avvolto in foglie di felce e confezionato in sacchi di canapa, trasportato e venduto in tutta la Sicilia. Dai porti di Catania e Riposto (chiamato anche “il porto dell’Etna”), il ghiaccio, un bene di lusso a quei tempi, veniva esportato persino a Malta.

All’inizio il ghiaccio veniva usato solo come refrigerante. I catanesi hanno poi avuto l’idea di mescolare il ghiaccio con miele e succo di limone e fare così la prima granita uno dei tesori dell’Etna.

Dovresti assolutamente provare questa specialità di gelato siciliana (dopo un’escursione sull’Etna, te lo meriti davvero!).

Ancora oggi, la granita è fatta solo con gelato e frutta; si mangia insieme a una brioche. A Catania si dice anche che lo chef che ha preparato il primo gelato a Parigi sia originario della Sicilia… Quindi chissà, forse è l’Etna l’origine di questa rinfrescante prelibatezza!

Grotta dei Ladroni

Il nome della Grotta dei Ladroni è probabilmente evidente a tutti. La storia racconta che apparteneva a una banda di 4 rapinatori nel XVIII secolo. serviva da rifugio. La grotta sotterranea ha due entrate e uscite: da un lato scendeva una grande rampa e si dice che i briganti siano entrati nella grotta con i loro cavalli e muli. Dall’altro lato, una stretta scala, con i gradini scolpiti nella pietra, conduce nuovamente all’esterno. I rapinatori sarebbero fuggiti dai loro inseguitori attraverso questa seconda uscita. Nonostante questo buon nascondiglio, però, le incursioni della banda non ebbero molto successo, come si racconta nei paesi dell’Etna.

Ingresso alla Grotta dei ladroni

Questi sono solo alcuni esempi di ciò che è accaduto e sta accadendo sotto la superficie dell’Etna. Se volete scoprire di più, dovrete fare voi stessi un’escursione sull’Etna e ai tubi di lava – o meglio con noi ???? !

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