Attività Eruttiva Cratere Voragine

L’Etna è uno dei vulcani più attivi del mondo, situato sulla costa orientale della Sicilia, in Italia. Il cratere Voragine è uno dei quattro principali crateri sommitali dell’Etna, insieme al cratere di Nord-Est (NEC), il cratere Bocca Nuova (BN) e il cratere Sud-Est (SEC). Le eruzioni al Cratere Voragine sono particolarmente spettacolari e meritano attenzione per la loro complessità e intensità.

Di seguito una descrizione dettagliata dell’ultima attività eruttiva al Cratere Voragine dell’Etna:

Contesto Geologico

Il Cratere Voragine, noto anche come “Centrale”, si è formato nel 1945 e ha avuto un ruolo significativo nelle eruzioni dell’Etna nel corso degli anni. Questo cratere è noto per eruzioni esplosive e per l’emissione di cenere e gas vulcanici.

Ultima Attività Eruttiva (giugno-luglio 2024)

L’ultima attività eruttiva dell’Etna al Cratere Voragine è iniziata nel mese di giugno 2024 e continua a mostrare segnali di attività.

Cronologia dettagliata:

Inizio dell’Attività (Giugno 2024)

Data di Inizio: L’attività è stata segnalata per la prima volta il 5 giugno 2024.

Segnali Pre-eruttivi: Nei giorni precedenti, l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) ha registrato un aumento dell’attività sismica, indicando movimenti di magma sotto la superficie e una localizzazione della sorgente del tremore in corrispondenza del Cratere Voragine.

Attività Stromboliana

Descrizione: L’eruzione ha preso il via con attività stromboliana caratterizzata da esplosioni intermittenti e lanci di brandelli di lava e bombe vulcaniche. La fruizione dell’area sommitale, nonostante l’attività eruttiva, è stata garantita. Una sorta di “eruzione turistica”, almeno all’inizio!

Evoluzione Attività Eruttiva (Giugno/Luglio 2024)

A luglio, l’attività stromboliana è proseguita con una serie di esplosioni minori per poi sfociare in fontane di lava con una serie di 4 parossismi (finora!), provocando il riempimento di lava del Cratere Bocca Nuova fino alla tracimazione del flusso lavico dalla parete nord-orientale.

Emissioni Gassose: Notevole anche l’emissione di gas come anidride solforosa (SO2), rilevata attraverso strumenti di monitoraggio satellitare, che ha contribuito alla formazione di nubi vulcaniche.

Osservazioni e Monitoraggio

Tecnologia Utilizzata: L’INGV ha utilizzato droni per ottenere immagini termiche dettagliate del cratere, mentre stazioni sismiche e GPS hanno monitorato le deformazioni del terreno.

Impatto Ambientale

Depositi di Cenere: Il fallout di cenere ha interessato principalmente i settori orientali e sud-orientali dell’Etna, con accumuli significativi nei comuni di Milo e Fornazzo.

Qualità dell’Aria: L’aumento delle emissioni di SO2 ha avuto effetti temporanei sulla qualità dell’aria. Diverso il discorso per la polvere sulle strade sollevata da auto e moto; i comuni pedemontani sono stati costretti a turni forzati per garantire la rimozione della cenere vulcanica ricaduta.

Misure di Sicurezza

Evacuazioni e Restrizioni: L’accesso alle aree sommitali è stato vietato al pubblico per garantire la sicurezza, il sistema di gestione e prevenzione della Protezione Civile garantisce una fruizione sicura a quote più basse anche durante le attività eruttive.

Avvisi al Traffico Aereo: L’aeroporto di Catania ha implementato protocolli di sicurezza, monitorando costantemente le nubi di cenere tramite radar meteorologici.

Conclusioni

L’ultima attività eruttiva al Cratere Voragine dell’Etna nel giugno-luglio 2024 si è rivelata, e continua a rivelarsi, un evento complesso e dinamico che ha richiesto un monitoraggio costante da parte degli esperti. Questo tipo di attività è tipica dell’Etna, un vulcano con una lunga storia di eruzioni che hanno modellato il paesaggio e influenzato la vita delle comunità locali.

L’eruzione è un promemoria della potenza della natura e dell’importanza di una preparazione adeguata per mitigare i rischi vulcanici.

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